Chiesa. Restare non è facile; ma necessario, con Cristo, in croce
Aug 29, 2023Riprendiamo dal blog di Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione questo commento di un amico fedele del sito, R.S., che ringraziamo di cuore. Queste riflessioni sono state pubblicate come commento a un articolo recente sulla questione della FSSPX, ma ci sembra interessante portarle a un pubblico più ampio dei frequentatori del forum. Buona lettura.
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Questione teologica o canonica che sia -una questione reale- il guaio più grosso è costituito dalla spaccatura che crea tra i pochi che hanno inteso la gravità della deriva ecclesiale in atto.
Di fronte a un’evidente problema (apostasia di fatto di interi territori cristiani, indifferenza religiosa, crollo delle vocazioni sacerdotali, religiose e matrimoniali, secolarizzazione e desacralizzazione diffuse etc etc), quelli -teoricamente- più addolorati e motivati a portare la croce seguendo il Signore stanno accapigliandosi per motivi seri, ma meno seri dello scandalo che ne deriva.
Ho trovato interessanti due contributi, che propongo per sommi capi, invitando chi è interessato ad approfondire.
Il primo è dalle lettere di san Massimiliano Kolbe.
(Vol. I, Firenze 1975, pp. 44-46. 113-114)
Uno scritto di oltre ottant’anni fa.
“Sono pieno di gioia, fratello carissimo, per l’ardente zelo che ti spinge a promuovere la gloria di Dio. Nei nostri tempi, constatiamo, non senza tristezza, il propagarsi dell’«indifferentismo»… Dio è degno di gloria infinita. La nostra prima e principale preoccupazione deve essere quella di dargli lode nella misura delle nostre deboli forze, consapevoli di non poterlo glorificare quanto egli merita… Dio, scienza e sapienza infinita, che conosce perfettamente quello che dobbiamo fare per aumentare la sua gloria, manifesta normalmente la sua volontà mediante i suoi rappresentanti sulla terra.
L’obbedienza, ed essa sola, è quella che ci manifesta con certezza la divina volontà. E’ vero che il superiore può errare, ma chi obbedisce non sbaglia. L’unica eccezione si verifica quando il superiore comanda qualcosa che chiaramente, anche in cose minime, va contro la legge divina. In questo caso egli non è più interprete della volontà di Dio”…
Il secondo è molto recente di un sacerdote che scrive sotto lo pseudonimo di Elia, nel blog La scure.
Ogni cipiglio della superbia è figlio.
… Colui che indegnamente ci sforziamo di seguire, d’altronde, non si è trattenuto dal farsi flagellare e crocifiggere per ricuperare le pecorelle smarrite che noi tutti siamo; come potremmo pur solo pensare di servirlo per una strada diversa?
A ben vedere, tra i due fronti contrapposti e l’un contro l’altro armati… a un esame più acuto, risultano contagiati, sia pure in modi diversi, dagli stessi germi pestiferi del pensiero moderno: razionalismo, immanentismo, individualismo, volontarismo, antagonismo…
Una mentalità e una prassi da movimento politico – o addirittura da setta – dettano le condizioni dell’appartenenza al gruppo; le conclusioni di ragionamenti che non è consentito discutere prevalgono sulla realtà ed esigono un assenso incondizionato, pena il vituperio e l’esclusione. Inutile dire che della carità non si vede traccia…
Uno dei più vistosi inconvenienti di tale impostazione è l’assuefazione a proiettare le proprie passioni cattive sull’interlocutore, del quale tutto, dal pensiero al comportamento, viene distorto con una lente deformante che legge ogni cosa come espressione di interessi particolari o di intenti dissimulati, in chiave tipicamente mondana e in prospettiva prettamente utilitaristica.
Il cuore è talmente inquinato da sentimenti velenosi che ogni espressione dell’interlocutore è previamente interpretata come una manifestazione di slealtà, perfidia, doppiezza e opportunismo. Questi giudizi così perentori, di solito, non fanno altro che rivelare ciò che, a sua insaputa, domina il soggetto, il quale non riesce tuttavia ad avvedersene, arso com’è da uno zelo amaro mascherato da difesa della verità o della libertà. Il vero amore di esse, in realtà, non va disgiunto dalla carità verso tutti, specialmente verso chi sbaglia…
Quasi sempre, inoltre, la realtà è osservata dagli uni e dagli altri con uno sguardo privo di prospettiva soprannaturale e ripiegato sulla dimensione terrena, come se ogni processo, positivo o negativo, fosse risultato del gioco di forze puramente umane e non ci fosse posto per la Provvidenza. Questo difetto di fede si ripercuote inevitabilmente in una mancanza di speranza e genera un’ansia fuori luogo di dover salvare il mondo e la Chiesa, quasi che l’azione del singolo o del gruppo fosse indispensabile alla realizzazione di un destino felice.
Tutto ciò sa molto di ricerca del Paradiso in terra, che si tratti dell’aspirazione al regno sociale di Cristo o delle “conquiste” promesse dal nuovo ordine mondiale…
Al cattolico avvilito dalla condizione della Chiesa che continua ad amare, non resta che guardare alla realtà, sapendo che Dio vi opera incessantemente. Don Dolindo Ruotolo ha consegnato alla Chiesa un memorabile atto di abbandono, più attuale che mai.
Restare in una Chiesa così non è facile. Ma starci è necessario, per restare con Cristo, specialmente in croce. Personalmente ritengo Bergoglio un papa illegittimo, ma questo non modifica nè la validità dei sacramenti, nè la bontà indefettibile della Chiesa. Ci sarà chi, a tempo debito, stabilirà la fondatezza d una mia convinzione. Nel frattempo obbedisco: non apprezzando, ma restando. Non mi turo il naso, ma respiro l’incenso che ancora c’è.
Che cosa succederà? Che ne sarà di noi (soprattutto nell’al di là? Il vangelo invita a ragionare diversamente dai pagani. Perciò non mi preoccupo troppo di che cosa accadrà in questa vita terrena, confidando nella Provvidenza, sforzandomi di non pregiudicarmi la vita eterna con eccessi di filautia, superba ed orgogliosa
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