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Fulton Sheen, la Piccola Li, l’Eucarestia

marco tosatti veronica cireneo Apr 10, 2023

L’Eucarestia, Fulton Sheen e la piccola Li.

Una delle figure più significative che soprattutto grazie ai social ci è stato dato di conoscere è quella del Venerabile Fulton Sheen:amatissimo.

(Illinois.USA:1895-1979)

Di lui, pressoché quotidianamente appaiono in rete frasi e commenti sempre molto densi: brevi, ricchi di valore, incisivi.

Dopo qualche cenno sulla sua vita, in questo contesto vogliamo soffermarci su un dettaglio significativo che nel Monsignore ha suscitato un amore sconfinato per l’Eucarestia, rendendolo l’uomo di profonda fede che è stato e che abbiamo conosciuto.

Il Venerabile Fulton Sheen fu un vescovo americano divenuto celebre per il suo libro: “La vita val la pena di essere vissuta”, che la sua viva voce trasmetteva a puntate via radio. Radio dalle quali veniva conteso per via dell’ audience da capogiro che otteneva: circa 30 milioni di radioascoltatori settimanali.

Al carisma personale e alla fede granitica, si univa in lui la potenza dell’arte oratoria che trasmetteva all’ascoltatore, coinvolgendolo in proprio, la convinzione di quanto Dio fosse magnifico e desiderabile.

Ma l’amore immenso per l’Eucarestia, all’Adorazione quotidiana della Quale non avrebbe mai rinunciato per nessuna ragione al mondo, è legato ad un episodio che forse molti ignorano, ma che merita veramente di essere conosciuto.

Si tratta della storia di una bambina, la piccola Li, vissuta negli anni ’50 in Cina, durante la più dura epoca di repressione comunista.

Bambina di 11 anni, Li frequentava una scuola parrocchiale. In occasione della preparazione alla sua Prima Comunione trovò molto strana della preghiera del “Padre nostro” la frase: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.

Così riferì alla suora, sua catechista, che non capiva come mai Dio aveva detto di chiedere il pane, a quelli come lei che invece mangiano riso.

La suora le dette una risposta molto semplice che la bambina prese così sul serio da condurla al martirio. Le disse:” Tu mangi riso al mattino, a mezzogiorno e alla sera perché il tuo corpo ha bisogno del riso. Ma la tua anima, che vale più del corpo, ha fame di questo pane che è il Pane di Vita: si chiama Ostia! Ricorda di non prendere più di un’Ostia al giorno e di non toccarla mai con le mani. L’Ostia si riceve in ginocchio e sulla lingua ”.

Così dal mese di Maggio, quando la piccola Li fece la prima Comunione, implorando Gesù di farle avere sempre questo pane quotidiano e di non permettere che la sua anima ne restasse mai priva, cominciò a fare la comunione tutti i giorni.

Una volta i comunisti invasero una chiesa, imprigionando il parroco, padre Luc, nella sua stanza. Dalla finestra che dava sulla chiesa, il sacerdote poté osservare la scena in cui i miliziani profanando il Tabernacolo, presero il Calice gettandolo a terra, spargendo ovunque le Ostie consacrate. Poi riferì quanto segue.

La piccola Li che era presente in chiesa, nascosta in un cantuccio, vista la scena restò di ghiaccio. Con l’intenzione pietosa di raccogliere Gesù dal pavimento, non sapendo della presenza della guardia nella rettoria e credendosi sola, a piccoli passi si avvicina all’altare. Si prostra a terra e inginocchiata adora silenziosamente Gesù maltrattato e abbandonato. Come le ha insegnato la suora, sa che occorre preparare il proprio cuore prima di ricevere Gesù.

Dopo un’ora di Adorazione, carponi, abbassa la testa a terra e raccoglie un’Ostia con la lingua. Resta ancora in ginocchio, ad occhi chiusi in comunione col suo Visitatore celeste, poi, mentre il sacerdote trepidava per tutto il tempo temendo per lei, la bambina così come era arrivata, lentamente, quasi saltellando se ne va.

Il giorno dopo si ripete la stessa scena.

La piccola Li ritorna. Prostata a terra raccoglie con la lingua un’altra Ostia e dopo l’Adorazione se ne va.

Padre Luc che conosceva il numero delle Ostie – erano 32 – si domanda tra sé e sé, perché non le raccolga tutte insieme nella stessa volta evitando di correre troppi rischi, ma l’insegnamento della suora la piccola Li se lo ricordava benissimo: “Una sola Ostia al giorno è sufficiente! ” E così fece.

Il 32′ giorno rimaneva a terra ancora un’Ostia. All’alba la bambina si infila in chiesa e come al solito, silenziosamente, raggiungenge i piedi dell’altare. Si inginocchia e prega vicino all’ultima Ostia profanata, quando per un rumore involontario, avvistata dalla guardia della rettoria, viene puntata dalla rivoltella che sparato il colpo, accompagnato da una grassa risata, vede la bambina accasciarsi al suolo.

Padre Luc la crede morta, invece non lo è ancora. Ha il tempo che le serve per strisciare faticosamente a terra verso quell’ultima Ostia che, come le altre, raccolse premendoLe sopra la bocca.

Poi un soprassalto convulso e l’improvviso mortale rilassamento.

La piccola Li è morta. È morta dopo aver salvato tutte le Ostie mettendole al riparo dentro di sé.

Quando il vescovo Fulton Sheen ascoltò questo racconto, fu talmente colpito dall’eroismo zelante di questa bambina verso l’Eucaristia che decise che da quel momento in poi, qualunque cosa fosse accaduta, avrebbe sostato per il resto della sua vita in adorazione davanti a Gesù Sacramentato, almeno un’ora al giorno. Se quella bambina aveva dato con la propria vita una tale testimonianza della reale presenza di Cristo nel Santissimo Sacramento, il vescovo si vedeva obbligato a fare lo stesso.

Non solo Mons. Sheen tenne fede alla promessa per tutta la sua vita, ma non perse mai occasione per promuovere l’amore per Gesù Eucaristico, invitando continuamente i fedeli a fare ogni giorno “un’ora santa” di Adorazione davanti al Santissimo Sacramento.

Sacramento tra tutti il più importante, giacché mentre gli altri donano la grazia, l’Eucarestia dà e è la Sorgente Stessa della Grazia.

Solo due mesi prima di morire, all’età di ottantaquattro anni,  Mons. Fulton Sheen rivelò al grande pubblico il suo segreto.

La volta che l’ intervistatore gli chiese:

“Sua Eccellenza, lei ha ispirato milioni di persone in tutto il mondo, ma lei da chi è stato ispirato? Da un papa?

Il vescovo rispose che la sua più grande fonte di ispirazione non era stato un papa, né un cardinale, nessun altro vescovo, nemmeno un sacerdote, né una suora, ma una bambina cinese di 11 anni.

Resurrexit. Sicut dixit. Alleluja

Beata Pasqua a tutti.