Governo globale, cosa ci aspetta e come possiamo organizzarci
Jun 01, 2023Negli ultimi 3 anni mi è stato richiesto in più di una trentina di occasioni, visto i miei trascorsi professionali, di spiegare la natura e le caratteristiche del virus Sars-CoV-2, prima. Poi di spiegare come funzionava il cosiddetto vaccino C-19 e come si possano curare gli eventi avversi da vaccino C-19 che vengono tuttora negati dal sistema.
Nell’ultimo anno, invece, di riscostruire il quadro generale, il disegno, la vera natura del problema e gli obiettivi del piano dei “potenti del mondo”. Nelle esposizioni fatte utilizzo spesso la metafora delle serie TV, identificando almeno tre serie: Great reset, Green reset, Digital reset. Il format, la comunicazione e il copione della fiction holliwoodiana del “New World Order” sono tutti precostituiti e sono sempre gli stessi in ogni serie.
Vi propongo, di seguito, una sintesi di quanto raccolto e condiviso nei vari dibattiti, i più significativi, avuti sul territorio con le varie comunità con cui sono entrato in contatto.
I regimi totalitari, anche quelli soft, sono ossessionati dall’ottenere e mantenere il pieno controllo sulle masse. Non vogliono masse istruite, in salute e sicure di sé stesse. Il motivo è semplice, perché non sarebbero controllabili.
Il contenimento fisico usato per secoli non ha prodotto e garantito il perdurare degli effetti desiderati. Per ottenere questo obiettivo hanno spostato, quindi, il focus delle loro azioni direttamente sul condizionamento della mente umana, agendo così alla fonte e prevenendo alla radice possibili reazioni individuali e sociali. Hanno capito e dichiarano apertamente che le masse devono essere mantenute preoccupate con un alto livello di ansia (a questo scopo meglio se si fanno scarseggiare beni di prima necessità o si gonfiano i prezzi, con un forte senso di precarietà che permea il sistema). Prive di conoscenza e coscienza (sono stati rimossi tutti i riferimenti culturali e religiosi) e soprattutto demoralizzate a tal punto da renderle rassegnate (non far loro intravedere alcuna via di uscita).
Condizionando la mente, inducono una costante e durevole passività fino a farla diventare un’abitudine, un atteggiamento mentale costante, trasmissibile alla prole e, quindi, sviluppando nelle masse la convinzione che la cosa più sicura da fare è quella di eseguire ordini e sperare per il meglio.
Ormai è di dominio pubblico che la pandemia COVID-19 ha avuto la funzione del “cavallo di Troia” (vecchissimo e intramontabile, ma sempre attuale, stratagemma militare), per ingannare e convincere la popolazione, ad accettare e adottare, senza discutere, opzioni uniche “per il loro bene”, costruite preventivamente, contro il loro stesso interesse. Questo banale stratagemma, preparato nel loro piano da almeno alcuni decenni, all’appuntamento del 2020 ci ha trovati pronti al punto giusto, cioè deboli, disuniti, confusi e disorientati come da loro programma.
Sarebbe bastato pochissimo per mandare a monte le loro manovre, ma non eravamo presenti a noi stessi, come popolo. Il “green pass”, come del resto il cosiddetto vaccino C-19 (GP, curioso utilizzo dei termini: di green non c’è nulla, ma evoca l’ideologia ambientalista falsa), infatti, erano già pronti e non viceversa!
Perché l’Italia?
La nostra nazione, dal dopo guerra in poi, svolge la funzione di laboratorio mondiale, per i paesi sviluppati, negli esperimenti più feroci di Ingegneria sociale. Lo dichiarò anche Pier Paolo Pasolini negli anni ’70 nei suoi “scritti corsari”, prima di essere ucciso. Prima nella demolizione controllata della religione cristiana, poi delle nostre radici culturali greco-romane, della nostra identità, della nostra economia (eravamo la 4a potenza industriale mondiale), della famiglia tradizionale, del nostro Stato Sociale (pensioni e SSN), della vita privata dei lavoratori e per finire, nell’ultimo periodo, della nostra salute personale e sociale.
Tutto deciso da terzi d’oltreoceano e attuato pedissequamente dalla maggioranza dei nostri politici, senza scrupoli, per soddisfare le loro brame di potere e le loro avidità materiali sulla pelle dei concittadini. Un tradimento, il loro, bipartisan.
Uno strumento gestionale, quello del GP, già pianificato e condiviso fra gli stati e l’Ue, da tempo, adattabile praticamente a tutte le banche dati esistenti (salute, ministero delle finanze, PA, ecc.), modulare e scalabile. Sul GP si è basata la gestione Covid-19 e girerà tutto il sistema di sorveglianza e controllo totale programmato della nostra vita e società.
Il terrore creato “ad hoc” è servito proprio allo scopo di approfittare a man bassa della debolezza interiore del popolo.
Le continue emergenze sono servite e servono, quindi, proprio allo scopo di mantenere alto il livello di terrore e di preoccupazione e portare, infine, alla rassegnazione le masse.
Interessante notare come in queste ultime settimane stiano proponendo la vaccinazione di massa per il tetano nelle aree alluvionate, che è un “non senso” medico-scientifico, come dichiarato e confermato da molti scienziati indipendenti. Serve, in realtà, a testare il livello di obbedienza e adesione cieca (automatica) delle masse ad eseguire ordini assurdi, camuffati da salvifici, al cambiare delle situazioni e del campo di gioco (virus, guerra, alluvione, trasformazione climatica, trasformazione digitale, ecc.). Un vero e proprio cortocircuito ideologico, miscelato sapientemente con del crudo “comportamentismo pavloviano” allo stato puro.
“Shock & awe” è una vecchia tattica militare molto collaudata (applicata anche a livello civile). Soprattutto, ma non solo, durante e subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale (vedasi in particolare il bombardamento sulla popolazione civile di Dresda e le due atomiche su Hiroshima e Nagasaki). Milton Friedman lo ha traslato anche in economia, aggiudicandosi un premio Nobel.
Perché terrorizzare le masse?
Il terrore produce paralisi e disabilità nella mente delle masse. Ne rompe bruscamente il ritmo e il tono e subito dopo anche quelli del fisico. Infine, l’effetto complessivo prodotto arriva ad intaccare lo spirito di un popolo, trasformandolo e generando rassegnazione. Il vero risultato ricercato con queste operazioni è la compromissione dello stato di salute generale di un popolo. Che si traduce in uno stato di malattia che può perdurare nel tempo sul piano mentale, fisico e spirituale. Mente e fisico sono due strumenti fondamentali. L’uno sta davanti all’altro. Ciò che prova uno si riflette sull’altro, e viceversa, arrivando, infine, a produrre anche un effetto sullo spirito.
Risultato, masse sempre più deboli, demoralizzate in uno stato di black-out cognitivo.
Un indicatore per seguirne l’effetto?
Basta utilizzare la scienza e la tecnica della “farmaco-epidemiologia”, cioè seguire nel tempo il consumo di certi farmaci che sono veri e propri traccianti dello stato di salute mentale e fisica.
Le normali funzioni e capacità della mente decadono, quindi: non si ragiona più come prima, non si riesce a concentrarsi, a lavorare insieme agli altri, ad elaborare e a organizzarsi sviluppando programmi. Ci si rinchiude in sé stessi.
La coscienza nella mente, inoltre, viene schiacciata ed ancorata fisicamente nel tronco encefalico. Dei 3 strati anatomici del cervello umano, è quello più basso anche dal punto di vista evolutivo, definito appunto “cervello rettile”.
È la sede degli istinti di sopravvivenza, dei vizi, dell’avidità, dell’individualismo esasperato, dell’emozione e della paura che, grazie al terrore, diventa prevalente e blocca l’accesso alle funzioni più evolute, se la persona non ha sufficiente autocontrollo. Nel tronco encefalico trovano dimora anche tutti gli altri istinti primitivi che di umano hanno ben poco. “Homo homini lupus” e “mors tua vita mea” ecc. affondano qui le loro radici.
La profonda disarmonia, così generata, predispone e attira malattie. Generare emergenze continue ha lo scopo di mantenerla ad un livello alto e costante.
La prima cosa, quindi, da ricostruire è il tono e il ritmo della mente nelle persone e, quindi, nelle masse.
Qualcuno però gioca sporco, cambia “campo di gioco” di continuo per avvantaggiarsi dell’effetto sorpresa, per non dare riferimenti e per non lasciare il tempo di potersi organizzare alle persone di buona volontà. Perché non vogliono sia ricostruito un equilibrio sufficientemente forte che consenta alla gente di non cedere alle loro prossime influenze, ai loro continui tranelli e di rimanere in salute. Purtroppo, è una lotta antica come il mondo.
La prima emergenza Covid-19 è stata la preparazione. Le prossime serie della fiction New World Order saranno l’attuazione del vero piano di sorveglianza e controllo globale della popolazione. Sta iniziando con il programma di “cambiamento climatico” (nessuno parla di natura, così come durante la pandemia nessuno parlava di Immunità Naturale) e con quello della “digitalizzazione totale della nostra vita e società”.
Per realizzare il loro disegno complessivo, l’identità biologica dovrà fondersi con un’identità digitale, per tutta la popolazione. In questo modo ogni individuo diventerà un QR code che lo renderà univoco, tracciabile, monitorabile, controllabile in ogni aspetto della sua esistenza e soprattutto trasparente, per sempre, nel tempo. Dai dati finanziari a quelli della salute del singolo individuo. Vogliono disporre di tutti i dati possibili, inclusi quelli genetici, ma anche intercettare e controllare i nostri pensieri e le nostre emozioni come singolo individuo, gruppo di persone e masse, come nel film “Minority report” con Tom Cruise. Verona Trento e Caorle, le prime città ad installare telecamere di riconoscimento biometrico che grazie all’intelligenza artificiale saranno in grado di attuare la cosiddetta “polizia preventiva”. Il copione prevede passi progressivi, lenti, sottotraccia, per arrivare al completamento del disegno senza fare clamore.
Il cerchio, o meglio la gabbia digitale, si chiuderà con il denaro digitale (CBDC) della banca centrale e la realizzazione delle “Città dei 15 minuti” (ghetti elettronici) nelle nostre città metropolitane, che in modo sommerso stanno portando avanti a “tambur battente”. Per dare corpo a ciò che il W.E.F. ci promette da tempo e pubblicamente: “non avrai nulla e sarai felice”.
La tecnologia come tutti gli strumenti è neutra. L’intenzione e gli scopi con cui vengono utilizzati fanno la differenza.
Il contesto culturale e sociale in cui viene calata può contribuire a potenziarne o a depotenziarne l’effetto. Dipende, quindi, soltanto da noi.
Abbiamo convenuto che se si può, è meglio dismettere gli SMART Phone o limitarne l’uso al massimo e non aderire mai all’ID Digitale.
Abbiamo convenuto anche su come sia opportuno ripristinare una formazione personale che si ispiri al processo di “tempra” (tipico della forgiatura dei metalli) anche nello sviluppo del carattere e della personalità di noi esseri umani. Per ritornare ad essere in grado di resistere volontariamente alle influenze inopportune o sconvenienti del mondo esterno.
Un’attenzione prioritaria va riservata, da questo punto di vista, ai nostri giovani che sono il presente e il futuro del nostro amato paese. Anche loro vanno preparati, formati in modo mirato per essere dotati degli opportuni strumenti e delle necessarie conoscenze per comprendere pienamente il contesto in cui ci troviamo. Perché siano indipendenti nei loro giudizi e nelle loro scelte, nelle loro azioni in comunità. L’unione è fondamentale.
La memoria, il sapere e la conoscenza umana è bene vengano trasmessi loro, in modo organizzato e strutturato nel tempo, iniziando il prima possibile, portandoli a contatto diretto con testimoni che abbiano vissuto e sperimentato una vita umana piena nei vari settori che la compongono e conoscano il valore del processo di preparazione volontaria alla vita e dello scopo vero della stessa.
A livello sociale, invece risulta opportuno dar vita a reti di comunità territoriali, solidali e coese, che abbiano nel nucleo familiare il loro fulcro.
Il tutto per poter ricostruire una vita e società umane che abbiano nella vita spirituale e naturale il loro pilastro portante. Tornando così ad essere padroni del nostro destino in un percorso che non sarà certo breve.
Progettando e ricostruendo una vita naturale, che sia economicamente, socialmente e comunitariamente centrata sullo sviluppo dell’essere umano.