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IMMIGRAZIONE E DENSITA' ABITATIVA

davide lovat immigrazione Mar 16, 2023

Torno a parlare di fenomeni migratori e, prima di addentrarmi nel discorso che voglio sviluppare oggi, mi preme ribadire alcuni concetti fondamentali della questione che non sono solo aspetti linguistici, sebbene il linguaggio abbia sempre una parte essenziale nel formare i concetti e l'immaginario condiviso.

Va ricordato che esiste il diritto umano a migrare, nel senso che nessuno Stato può chiudere un suo cittadino perpetuamente entro i propri confini, in quanto una persona è libera di vivere nel mondo nel luogo dove trova dimora, ed è anche libero di cambiare dimora. Va altresì ricordato che però non esiste il diritto a immigrare, cioè a entrare in uno Stato straniero non per scopi turistici, ma per risiedervi; questo diritto non esiste e va detto con chiarezza!

Ci si può andare a stabilire in uno Stato straniero, cioè vi si può immigrare, solo se questo Stato è d'accordo e questo, normalmente, avviene per fabbisogno di manodopera espresso dal mondo del lavoro locale.

Chi invece fugge da persecuzioni o guerre può, qualora venga riconosciuto il presupposto, ottenere lo status di rifugiato politico che è sempre temporaneo, in quanto legato alla situazione sociale e politica del paese d'origine, status che non comporta la possibilità di ottenere la cittadinanza del Paese d'accoglienza. Non si tratta dunque di immigrazione, in questo secondo caso, e tutta la normativa sui rifugiati politici è a parte rispetto al nostro discorso. Va fatto presente che sono assai pochi i Paesi che sono in guerra, rispetto a quelli da cui proviene la massa migratoria verso l'Italia e verso l'UE tutta (nel 2023 essenzialmente Ucraina, Siria, Afghanistan).

Noi vediamo tuttavia che decine di migliaia di persone provenienti da Paesi africani e asiatici si riversano mensilmente sul nostro Paese attraverso le famigerate "rotte dei migranti", semplicemente perché desiderano migliorare le loro condizioni economiche, senza che vi sia una domanda di manodopera effettiva e senza che vi siano le condizioni sociali per l'accoglienza di un simile numero di persone. Va ribadito ancora: questa è immigrazione illegale e dovrebbe venire gestita in modo diverso da quello voluto dai mondialisti, i quali mirano a immettere manodopera non qualificata sul mercato del lavoro per abbassare i salari, da un lato, e mirano a mischiare le popolazioni per sradicarne la cultura e sostituire così quelle tradizionali, dall'altro lato.

Se proprio non si possono rimandare indietro, queste persone che mirano essenzialmente al welfare dei Paesi europei sulla base delle promesse che gli vengono fatte da chi incentiva il fenomeno migratorio nei loro Paesi, almeno si potrebbero distribuire in quei Paesi dove l'impatto demografico sarebbe meno pesante per semplici ragioni di spazio: negli USA la densità abitativa è di 34 abitanti per km quadrato, in Canada, in Australia, in Nuova Zelanda è inferiore a 5 abitanti per km quadrato, mentre in Italia e regno Unito è superiore ai 200 ab x kmq, in Benelux supera i 300 ab x kmq, in Francia è comunque di 105 ab x kmq.

Esistono dunque Paesi vastissimi e ricchissimi che hanno tanto spazio e tante possibilità d'impiego per migranti economici, cioè per chi non è perseguitato nel proprio Paese, ma la massa migratoria viene tutta indirizzata verso l'Italia e, secondariamente, verso l'UE, cioè verso un continente che è già sovraffollato rispetto al resto del mondo. Difficile sostenere che non ci sia un preciso disegno politico e ideologico a monte, dal momento che se le ragioni per sostenere questa migrazione fossero davvero umanitarie sarebbe assai meno costoso, sia economicamente che in termini di vite umane a rischio, dar vita a un ponte aereo verso Nord America e Oceania, invece dei viaggi atroci attraverso terre deserte o su barconi nel mar Mediterraneo.

Lo dice la logica, lo dice il buon senso, lo dice lo spirito di carità se esso è autentico, lo dicono soprattutto i dati demografici ed economici che sono incontestabili. Dal momento che invece si continua a far invadere l'Italia e l'Europa, perché di invasione si tratta quando l'immigrazione non è richiesta, allora risulta evidente che la scelta è puramente ideologica e non mira affatto al bene dei migranti, usati come strumento, ma mira all'ottenimento degli effetti sopra descritti. Tertium non datur.