La Privacy, i Controlli e l’Intelligenza Artificiale
Jun 05, 2023Ho due figli e tre nipoti. Abitiamo tutti in Piemonte.
Oggi, 1 giugno, sono stato, con la moglie, dalla figlia per accudire la nipotina di poco più di 2 anni che aveva avuto la febbre.
L’altro figlio era con la sua famiglia dalle parti di Massa Carrara per far partecipare un’altra nipotina, di 4 anni e mezzo, ad una manifestazione nazionale di pattinaggio.
Avevo lasciato il mio telefonino a casa e, tramite quello della moglie, seguivamo le performance della nipote pattinatrice in erba.
Verso le 15 ci arriva la notizia che la prestazione della nipotina era abbastanza buona, anche a parere delle responsabili della squadra. Non si aveva notizia di classifiche o piazzamenti.
Vediamo intanto, sfruttando Whatsapp dal telefonino della moglie, le prime foto e qualche filmato della prestazione della futura campionessa inviateci dal figlio e dalla nuora sul gruppo famigliare che abbiamo da tempo su quella piattaforma per scambiarci foto e commenti.
Verso le ore 20, appena ritornati a casa, sempre sul telefonino di mia moglie e sempre sul citato gruppo famigliare Whatsapp, ci arrivano le foto della premiazione. La nipotina è seconda a livello nazionale, nella sua categoria. Giubilo alle stelle con poco spazio per la morigeratezza delle emozioni. Foto del podio, della consegna delle medaglie, di baci ed abbracci, mancava solo il filmato della fonderia che aveva prodotto la medaglia ed il pedigree dell’artista che aveva sviluppato il logo della manifestazione e poi, forse, ci saremmo accontentati.
Commenti entusiastici alla bella prestazione della promettente nipote e scambi di messaggi con figlio e nuora.
I nonni, cioè noi, sono ovviamente freddi e distaccati, ma solo finchè non entrano in ballo i nipoti.
Finiti i convenevoli con i genitori della futura medaglia d’oro olimpica, apro finalmente il telefonino mio per entrare anche io su Whatsapp e divulgare ai miei fratelli e sorella, che non sono nel gruppo dove siamo solo noi, figli, genero e nuora, qualche foto insieme alla bella notizia.
Prima di farlo, però, essendo rimasto tutto il giorno lontano dal telefonino, quindi dai contatti mail, Facebook, Telegram, Whatsapp, ecc. decido di fare un giro sulle diverse piattaforme per vedere se vi erano delle novità o delle urgenze.
Normale amministrazione finchè non apro Facebook dove, come prima immagine, vedo proprio la sfilza di foto e filmati che erano arrivati sul gruppo famigliare di Whatsapp mentre il signor FacciaLibro mi propone di condividere quelle foto e filmati con i miei “amici” e con i gruppi di cui faccio parte.
Non credo ai miei occhi.
Non avevo ancora aperto whatsapp con il mio telefonino, riservandomi di farlo alla fine della ricognizione generale di mail e piattaforme varie, per poter “girare”, come dicevo, parte delle foto e filmati agli altri parenti, e mi vengono sottoposte in bella mostra le foto ed i filmati che, riservatamente, erano arrivate su whatsapp e che, personalmente, non avevo neanche aperto, pur avendole già viste dal telefonino della moglie.
Ma anche se le avessi viste, whatsapp non viene pubblicizzato come piattaforma che scambia informazioni, foto, filmati, documenti e quant’altro SOLO in modalità con crittografia END TO END ? Non viene detto che nessuno può venirne a conoscenza, al di fuori di mittenti e destinatari, neanche lo stesso signor whatsapp ?
Eppure eccole li in bella mostra con il caldo invito ad usufruire dei consigli che FacciaLibro mi propone gratuitamente per divulgare cose (immagini e filmati) scambiate in privato, in modo riservato ed usufruendo della crittografia End to End a cui NON DOVREBBE avere accesso.
Incredulo ho fatto vedere la videata alla moglie, abbiamo confrontato le foto proposte da Facebook con quelle che erano pervenute sul suo telefonino tramite whatsapp e non c’è alcun dubbio. Le foto ed i filmati che Facebook mi propone di divulgare sono proprio quelle che, oltretutto, ufficialmente io non avevo ancora visto perchè non ero ancora entrato sulla mia casella di gruppo famigliare whatsapp.
In realtà, dopo, sono entrato nel gruppo whatsapp con il mio telefonino, ma NON HO inviato le foto ed i filmati agli altri parenti su whatsapp e, tanto meno, mi sono sognato di divulgarle su Facebook. Me ne è passata la voglia, dopo aver toccato con mano il disinvolto uso pubblico che si fa di qualcosa di estremamente personale.
Da tener presente che MAI, NEANCHE IN PASSATO, abbiamo scambiato foto dei nipotini su Facebook perchè la nuora, cioè la madre della pattinatrice, ha il terrore dell’uso improprio che si può fare delle immagini sul web. Quindi, anche in occasione di compleanni, battesimi o altro, quelle poche foto dove compare il volto di uno/a dei nipotini, la nuora provvede a munirle di stelline, cuoricini o altri artifici atti a coprire il viso dei nipoti. Di filmati, su Facebook, neanche a parlarne, anche se mi dicono che si possono coprire i volti anche sui film.
Sarei curioso di sapere cosa dicono di tutto ciò i responsabili di FacciaLibro. Cosa dicono i responsabili di whatsapp (che, ritengo, siano i medesimi). Più che altro gradirei sapere cosa ne dice il resposabile AGCOM e il garante della privacy. La polizia postale ha qualcosa da dire in merito ? Gli algoritmi che dovrebbero garantire la nostra privacy sono, invece, tarati per divulgare immagini e filmati privati, personali e nostri e che noi stessi non abbiamo ancora avuto modo di visionare? Oltre a vendere i nostri dati, imponendoci di accettare, ad ogni apertura di pagine web, le regole sulla privacy che, ci garantiscono, “sono fatte per la nostra sicurezza e per difendere la nostra intimità” ed altre stupidate analoghe, mentre servono solo a dare UFFICIALMENTE il nostro benestare all’utilizzo dei nostri dati da parte della piattaforma o della pagina, o ente, dove entriamo, mettono a disposizione di altri, in questo caso su Facebook da parte di whatsapp, dati, immagini e filmati trasmessi crittografati e neanche ancora ricevuti (ho spiegato che le ho viste dal telefonino della moglie e non dal mio).
Giuro che non prenderò più sotto gamba quella che ritenevo essere quasi una fobia, da parte di mia nuora, (coprire il volto dei bambini nei pochi casi in cui li divulga sul web), ma il problema che si pone, da quello che ho constatato di persona, va molto oltre la protezione dei minori da possibili pedofili o, comunque, malintenzionati sul web. Sono gli stessi gestori i primi responsabili che, non solo utilizzano e propongono alla divulgazione dati personali e riservati su cui non hanno avuto alcuna autorizzazione di divulgazione, ma che dovrebbero viaggiare su whatsapp con la garanzia della crittografia end-to-end, certi invece che, per usare un francesismo, cani e porci se ne possono appropriare prima ancora che il destinatario abbia avuto accesso a quelle stesse informazioni o immagini.
Sono quasi certo che nessuno, degli enti lautamente pagati e pubblicizzati per sorvegliare il rispetto della riservatezza dei dati e delle immagini di ognuno di noi, mi risponderà per chiarirmi questi piccoli dubbi che, ritengo, pesano come macigni sulla credibilità sia delle istituzioni che della stessa METAVERSO (FACEBOOK o WHATSAPP che sia).
Spero almeno, però, che il mio allerta possa far comprendere a molti il mare puzzolente in cui ci muoviamo e che sempre più ci sta travolgendo, non solo con la disinformazione dei media, ma anche con l’utilizzo distorto delle garanzie, che pure ci vengono date (crittografia, end-to-end, riservatezza, ecc.), ma per le quali il contenuto vale meno della carta su cui sono scritte e che non è utilizzabile neanche per le pulizie personali negli sgabuzzini riservati che, nell’immaginario collettivo, sono sempre posti in fondo a destra.
Infine teniamo anche conto che siamo agli albori di sviluppi epocali della cosidetta Intelligenza artificiale, i cui primi sintomi si vedono già dai vari ChatGPT e OpenAI, in cui non solo l’intelligenza artificiale è chiamata a sostituire il cervello umano anche in quello che, finora, si riteneva non duplicabile dalle macchine, vale a dire la creatività, gli aspetti emotivi e l’imparare dai propri errori, ma che coinvolgerà anche due aspetti fondamentali per il nostro sviluppo e la nostra libertà:
1) – l’atrofizzazione del nostro cervello che, man mano, delegherà sempre più alle macchine compiti nostri, impoverendo le nostre capacità di scrittura, di calcolo e di elaborazione in genere. Già adesso, per fare un esempio, se c’è da fare una somma ed un foglio excell ci dà un risultato diverso dalla stessa somma effettuata manualmente da un essere umano, siamo quasi certi che è l’essere umano che ha sbagliato ed in futuro eviteremo somme manuali riducendo così l’elasticità mentale e lo sviluppo mnemonico del nostro cervello a cui richiederemo performance sempre minori e che, come per l’allenamento fisico, in assenza di stimoli di adeguerà al ribasso finendo per atrofizzarsi o per ridurre drasticamente le performance nostre e delle generazioni a venire. Vediamo già ora la quasi assenza di penne e matite, la povertà di linguaggio delle giovani generazioni, la limitazione dei vocaboli, l’utilizzo delle “K” ecc.
2) – aspetto ancora peggiore del precedente: mentre per un foglio excell possiamo fidarci abbastanza delle capacità e dell’interesse a dare i risultati in modo corretto ed asettico da parte di chi ha sviluppato il programma di calcolo, per programmi complessi, e che si automigliorano secondo algoritmi sconosciuti, che coinvolgono il linguaggio, la sfera emotiva, letteraria, filosofica, legislativa e chi più ne ha più ne pensi, l’esito delle risposte sarà devoluto a programmi criptici, sviluppati in modo riservato e non resi pubblici, a cui, però, affideremo le nostre scelte, certi che le ricerche fatte dai computer in milioni di archivi siano, e saranno, più precisi, completi, puntuali, immediati e veritieri rispetto ad analoghe ricerche fatte da esseri umani con le limitazioni che tutti abbiamo (mnemoniche, di tempo, di spazio, di accesso, di intelligenza, di voglia di approfondire, ecc.).
Il combinato – disposto di questi due aspetti, unite alla “percezione” della superiorità della macchina computerizzata rispetto al limitato cervello umano, ci porrà, indifesi, nelle mani degli sviluppatori degli algoritmi sconosciuti che ci faranno credere vero e reale tutto quello che loro vogliono che noi crediamo vero e reale.
L’hanno già sperimentato con la fantomatica pandemia, con i cambiamenti climatici, con la disinformazione sulla guerra in Ucraina, l’esplosione dei gasdotti nord stream e ancora prima con le primavere arabe, la crisi energetica, l’elezione di Biden, le sanzioni alla Russia ed in mille altre occasioni. Lo applicheranno ancora negli sviluppi che si attendono in Kosovo, in un probabile nuovo Maidan a Belgrado, sui probabili tragici sviluppi per Taiwan con la Cina ecc.
Ma, finora, è stata solo una gestione della disinformazione, dove sono riusciti a mettere la sordina alle poche voci dissenzienti, ma non a farle tacere del tutto, nonostante il potere planetario dei grandi network dediti a disinformatia.
In futuro gli algoritmi stravolgeranno tutto e il contrario di tutto a loro uso e consumo, consegnando ai pochi esperti superpagati che li sviluppano, quindi ai loro mandanti occulti o palesi, le scelte che imporranno, in nome della sienzah. La differenza è che finora il tutto è stato fatto a livello artigianale, con non poche falle nelle cortine di occultamento della verità. Per le moltitudini è stato sufficiente emarginare i pochi liberi pensatori o tacciarli di complottismo, terrapiattismo et similaria. Etichettarli con termini spregiativi (da NOVAX a putiniani, guerrafondai, trumpisti e via elencando) in modo da squalificarli senza neanche ascoltare gli elementi in discussione.
In futuro la Scienzah darà le risposte già prefabbricate e non smentibili in modo semplice, (vuoi mettere ? Ci sono i riscontri dell’intelligenza artificiale), oltretutto supportate dalle varie “menti” dell’OMS, dell’FMI, della NATO, della BCE e via scendendo in autorevolezza e credibilità, supportate, al solito, dall’asservimento sempre più serrato e convincente dei media di qualunque tipo e misura in servizio permanente effettivo.
Se già adesso, con qualche foto innocua di una bambina che vince un premio di pattinaggio in un oscuro torneo, anche se di livello nazionale, si permettono di bypassare i protocolli che loro stessi hanno posto ai loro programmi. giurando e spergiurando il falso nella quasi certezza che i controlli non faranno nulla per sanzionare chi gioca sporco, come possiamo pensare con serenità a cosa ci prospetta il futuro su argomenti di ben maggiore spessore?
Dio vede e provvede e non dobbiamo diffidare mai della sua vicinanza, però, come diceva Sant’Ignazio di Loyola, occorre “Confidare in Dio come se tutto dipendesse da Lui, ma lavorare e usare mezzi umani come se tutto dipendesse da noi.”