Monache di Pienza. Replica a una lettera pubblicata da Avvenire
Jul 08, 2023Gentile Direttore di “Avvenire”, con la presente intendiamo chiederle la pubblicazione di una nostra risposta all’articolo-lettera aperta di Don Silvano Nardi relativo alle vicende delle Monache Benedettine di Pienza, pubblicato dal suo giornale in data 24/06 u.s.
Facciamo appello ad un legittimo DIRITTO di REPLICA rispetto ad affermazioni molto lesive della immagine e della dignità delle Monache e della loro amata Badessa, cui il vostro giornale ha dato voce.
Certi che un quotidiano cristiano qual’è il vostro abbia a cuore in via prioritaria la RICERCA della VERITÀ, e convinti come siamo che il nostro contributo, offrendo ai lettori un diverso punto di vista, possa riequilibrare un “taglio” tanto ostile nei confronti delle protagoniste della vicenda, rimaniamo in attesa di un vostro riscontro.
Dio sia benedetto!
Cordialmente, (seguono in calce alla lettera 69 firmatari)
Egregio reverendo Nardi,
abbiamo letto con preoccupazione il suo “sfogo” a mezzo stampa nazionale su AVVENIRE del 24/06 u.s. circa le “terribili” monache di Pienza e la loro ingratitudine verso le magnanime proposte vaticane e diocesane di “accomodamento”.
Noi cattolici sappiamo che il Signore sarà un Giudice giusto, ascolterà a tempo debito la sua requisitoria da pubblico ministero (un ruolo di accusatore che nel Giudizio finale a dire il vero spetterà al maligno), ma ascolterà certamente con la stessa attenzione anche la versione dei fatti esposta dalle suore.
E loro ricorderanno all’Onnipotente la lunghissima sequela di ingiustizie, soprusi, umiliazioni, pressioni che hanno subito, non ultimo il coinvolgimento di magistrati e forze dell’ordine e dichiarazioni mendaci sul loro conto. Sono state trattate non come preziose spose di Cristo quali sono, ma come vere e proprie lestofanti che col loro inaudito comportamento addirittura si autoescluderebbero dalla Comunione ecclesiale!
Non stentiamo a credere che, pur nella urgenza e nella necessità quotidiana di partecipare alla Santa Messa, le religiose abbiano preferito non accostarsi ai Sacramenti, laddove amministrati da chi nei loro confronti aveva mostrato atteggiamenti inquisitori, accusatori e davvero poco cristiani e caritatevoli. Ma le suore in questione non “hanno rotto la Comunione” con nessuno, tantomeno con la Chiesa Cattolica di cui fanno parte con amore ed a pieno titolo; esse hanno semplicemente esercitato un loro diritto canonico, facendo ricorso contro un provvedimento disciplinare che ritenevano ingiusto, ancorché non motivato. Difatti a tal riguardo le monache sono e restano in attesa di chiarimenti e spiegazioni dalla Santa Sede che a tutt’oggi non sono pervenuti.
Nella sua malevola e molto lacunosa ricostruzione (nel suo articolo ella non fa cenno alcuno alle ispezioni senza preavviso, ai relativi verbali, DOVUTI e mai ricevuti dalle stesse, all’assoluta mancanza di chiarezza, di accuse circostanziate o di semplici addebiti su cui riflettere ed a cui eventualmente replicare, alla volontà di smembrare la piccola, fiorente comunità guidata da una Madre Badessa tanto amata e rispettata dalle consorelle e da tanti fedeli del luogo, alle minacce di ridurle allo stato laicale, alle bramose mire di molti sul loro monastero, che appare con ogni verosimiglianza essere la vera chiave di lettura della vicenda), vi è però una frase che va ben considerata: “La pandemia ha cambiato qualcosa nel vostro comportamento”.
In realtà, illustre sacerdote, non è nelle suore che la pandemia ha cambiato qualcosa, ma piuttosto nei vertici del Vaticano, in larga parte della gerarchia e nei sacerdoti come lei: impauriti dal contagio, angosciati dalla malattia, annichiliti dalla paura della morte terrena (e pensare che San Francesco la chiamava amorevolmente “Sorella Morte” in quanto preludio all’Incontro tanto atteso e desiderato…aah, va beh! ma lui era Santo e si era meritato il Paradiso!), avete chiuso le chiese, privato i fedeli dei Sacramenti, ovvero i malati ed i moribondi dei conforti religiosi, dell’Unzione degli infermi e del Viatico, i neonati del Battesimo, i fidanzati del Matrimonio, i peccatori della Santa Confessione; avete sostituito l’acqua benedetta, prezioso sacramentale, con il gel sanificante, avete privato il popolo di Dio persino della S. Messa di Pasqua, avete imposto e reso prassi la Santa Comunione sulla mano! Nel momento di massimo bisogno avete cioè, consapevolmente abbandonato il gregge affidatovi dal Signore, lo avete privato delle cure, del necessario Nutrimento Spirituale e della Speranza e, cedendo a paure tutte umane, avete dato la morte spirituale a tante, innumerevoli anime!
Chi ha tradito? Chi ha rotto la “Comunione ecclesiale”?
Siete voi che avete dato a Cesare quello che era ed è solo di Dio!
La Santissima Eucarestia, in cui il Signore Gesù si rende mirabilmente Presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, è un Dono che riceviamo dal Papa, dai vescovi, dai sacerdoti solo in qualità di ministri, umili strumenti perché Gesù stesso, attraverso le loro mani consacrate, da Lui investite di questa facoltà, si dona a noi per la Salvezza delle nostre anime. Con che diritto (e con quale incommensurabile danno!) avete potuto sic et simpliciter privarci della Sua Presenza, del Dono più Prezioso, indispensabile per la nostra Salute spirituale e temporale, che non era e non è nella vostra diretta disponibilità?
E ancora, reverendissimo, dal suo articolo trapela tutto il suo biasimo, la sua deplorazione, la sua censura per la Badessa che le confessa che le monache non si faranno mai vaccinare. Ancora oggi, dinanzi alle quotidiane morti “improvvise” di giovani e giovanissimi e agli innumerevoli, gravissimi e provati danni che il siero sperimentale ha causato e continua a causare a un numero enorme di persone, lei ha il coraggio di toccare questo argomento? Ancora?
Tutto il suo stigma ed il suo afflato rigorista è riservato a queste suore “disobbedienti”? Neppure un pochino di biasimo per la Congregazione Vaticana per la Dottrina della Fede che, nella nota approvata da Papa Francesco, ha osato sostenere che “è moralmente accettabile ricorrere a vaccini che hanno utilizzato linee cellulari di feti abortiti nella loro ricerca e/o produzione” poiché tali aborti sono lontani nel tempo ed il nostro grado di coinvolgimento in tali abominevoli pratiche è risibile? Non si scandalizza neanche un pochino per monsignor Paglia e per il vescovo Eijk per i quali evidentemente il fine giustifica i mezzi?
E che dire di Papa Francesco, il quale ha definito il siero sperimentale un “gesto di amore ed un imperativo morale”, inducendo alla vaccinazione con le sue parole “autorevoli” tanti fedeli altrimenti dubbiosi, e addirittura spingendosi poi ad imporlo, primo nel contesto mondiale, senza remore a sacerdoti, religiosi, religiose e ai residenti e lavoratori laici nel “suo” Stato Vaticano?
Ed oggi, quando finalmente la scienza indipendente (quella cioè non finanziata da Big Pharma) converge sul fatto acclarato che il siero sperimentale non sia stato efficace per prevenire il contagio (ergo: quale gesto d’amore?) e che non fosse così sicuro come sbandierato imprudentemente per tutta la campagna vaccinale (poiché in percentuali molto significative di inoculati anche a distanza di mesi ha provocato gravi effetti avversi, invalidanti e persino letali), non solo chi di dovere non azzarda neppure un “tiepido mea culpa”, ma addirittura si continua ad accusare e perseguitare chi saggiamente, con prudenza e forse proprio ispirato dallo Spirito Santo tanto invocato, ha deciso di non farsi cavia di una sperimentazione? Tutto ciò è inaccettabile soprattutto se proviene da membri della Nostra Madre Chiesa!
La Santa Obbedienza e la Santa Umiltà sono fondamenta della Sposa di Cristo, ma sempre sottoposte anzitutto alla VERITÀ, che da Dio viene ed a Dio porta.
I martiri hanno versato il loro sangue per rimanere fedeli e obbedienti a Gesù Cristo ed anche le monache di Pienza, ne siamo certi, sarebbero disposte a tutto per il loro amato Sposo; giammai per prestarsi alla narrazione dei potenti del mondo -purtroppo oggigiorno avallata da larga parte della gerarchia cattolica – che, ahinoi, sembra proprio non avere come vero obiettivo la salute, la sicurezza e la prosperità (la Salvezza!) del genere umano, ma al contrario quello di favorire gli interessi delle elites economico-finanziarie ed attuare programmi ed agende satanico-massoniche.
Abbiamo avuto l’onore di conoscere personalmente le suore: ci hanno profondamente colpiti per la gioia e per l’amore che trasmettono che non può che venire da Gesù, per la loro vita nel segno della semplicità e del rigore nella grande tradizione benedettina (ORA et LABORA) e per una serenità frutto di un totale affidamento alla Divina Provvidenza. Crediamo che molti dovrebbero attingere alla loro spiritualità, lei per primo, egregio don Nardi così occupato e preoccupato da spese, tasse , bollette, ICI, IMU,.. Per una onesta verifica della sua vocazione, potrebbe forse trarre grande vantaggio da quell’esame di coscienza che nel suo articolo consiglia ad altre.
Pensando alle care suore di Pienza e ad ogni singolo cattolico desideroso di fare la Volontà di Dio, terminiamo con il grave attualissimo monito di San Paolo:
“Se anche un angelo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi è stato dato, sia anatema”.
Queste parole sono qui, davanti a noi come macigni, inamovibili, ad indicarci fin dove può arrivare il dovere dell’OBBEDIENZA e dove deve iniziare la TESTIMONIANZA per Amore di GIUSTIZIA e VERITÀ, cioè per AMORE DI DIO!
Sia lodato Gesù Cristo, Ora e Sempre.
(seguono le 69 firme)