Pro trans e aborto, l’OMS sempre più promotrice di ideologie
Jul 20, 2023L’Organizzazione Mondiale della Sanità è ormai divenuta promotrice di ideologie, lobby e interessi che nulla hanno a che fare con la salute. Nell’ultimo anno sono state spese decine di milioni di dollari per promuovere l’aborto; e ora l’OMS promuove pure l’ideologia transgender, con tanto di farmaci bloccanti la pubertà e operazioni chirurgiche che devasteranno i corpi di bambini e adolescenti.
Nei giorni scorsi, l’OMS ha annunciato la preparazione delle sue prime linee guida globali sui protocolli medici per i pazienti cosiddetti “transgender”: lo scopo è quello di combattere i divieti e le restrizioni sugli interventi chirurgici di transizione e farmaci per “transgender”, soprattutto se bambini.
L’OMS - nella battaglia tra chi, da un lato, vuole tutelare il normale sviluppo dei minori e, dall’altro, le case farmaceutiche e lobby Lgbt, che invece propagandano il “cambio di sesso” - prende le parti di queste ultime. La riprova sono proprio le linee guida dell’OMS che saranno orientate ad «aumentare l'accesso e l'utilizzo di servizi sanitari di qualità e rispettosi delle persone trans e di genere diverso (…), promuoveranno cure che confermano il genere, l'educazione e la formazione degli operatori sanitari» e «il riconoscimento legale dell'identità di genere autodeterminata».
L’OMS non tiene in nessun conto le molteplici decisioni prese da diversi Paesi, anche liberali, che ultimamente hanno vietato o limitato i trattamenti per “transgender”, soprattutto per i minori. Tra essi, ne abbiamo parlato sulla Nuova Bussola più volte, i Paesi Bassi, il Regno Unito, la Finlandia, la Svezia, la Norvegia e la Germania, nonché i tanti Stati degli USA che hanno adottato divieti per i trattamenti trans diretti ai bambini. Incuranti delle decisioni e degli allarmi di scienziati, centri di ricerca, governi e degli scandali clinici e processi giudiziari che stanno portando alla luce i molteplici abusi e le macabre sperimentazioni cliniche sulla pelle di bambini inconsapevoli e condizionati da pressioni esterne, l’OMS abbraccia dunque in pieno la propaganda transgender.
Non a caso il gruppo di sviluppo delle linee guida scelto dall'OMS è composto interamente da attivisti e medici transgender, senza studi scientifici che li avvalorino: tutti e 14 i membri scelti dall’agenzia dell’ONU sono piuttosto già da anni impegnati nell'espansione dell'accesso a multimiliardari protocolli medici per “transgender”, anche minorenni.
È vero che le linee guida dell'OMS non saranno vincolanti e non avranno alcun peso normativo; ma, come sempre è accaduto in precedenza, potrebbero rivelarsi influenti nel lungo periodo, in quanto le associazioni professionali e gli organi di governo della medicina, sia a livello mondiale che nazionale, potrebbero prenderle a modello come “buone pratiche”.
Inoltre, nei giorni scorsi l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso noto, attraverso la pubblicazione del suo bilancio annuale sulla riproduzione umana, come ha speso milioni di dollari per la cosiddetta «salute sessuale e riproduttiva», in cui è incluso l’aborto. Il Programma di Riproduzione Umana (HRP, nell’acronimo inglese), avviato nel 1972, è un progetto congiunto con altre agenzie delle Nazioni Unite, tra cui il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA), l’UNICEF e la Banca Mondiale, ma è gestito dall'OMS. L’11% del budget di 72 milioni di dollari del programma per il 2022-2023 è stato destinato al cosiddetto «aborto sicuro», una stessa percentuale è andata alla «prevenzione dell'aborto non sicuro». Un totale di 15.840.000 dollari è stato dunque speso a favore dell’aborto.
Secondo il rapporto sul bilancio, «la prevenzione dell'aborto non sicuro è stata un obiettivo strategico dell'HRP fin dalla sua nascita». Il mandato dell'HRP si basa su una strategia adottata nel 2004 dall'Assemblea mondiale della sanità, che a sua volta si basa sui risultati concordati nella Conferenza del Cairo sulla popolazione e lo sviluppo del 1994. Al Cairo gli Stati membri delle Nazioni Unite avevano stabilito che alle donne dovessero essere fornite alternative all'aborto. Il bilancio dell'HRP non menziona la fornitura di alternative all'aborto e suggerisce che l'unica alternativa all'aborto «non sicuro» sia l'aborto «sicuro». Un tremendo e macabro alternarsi di parole che appare un balletto della morte intorno al bimbo concepito. I finanziamenti per l'aborto sono aumentati del 4% rispetto al periodo precedente, mentre gli investimenti per la salute materno-infantile sono cresciuti solo del 2% e le risorse per tutti i tipi di pianificazione familiare sono rimasti allo stesso livello degli anni precedenti.
L'anno scorso, l'OMS aveva pubblicato l’aggiornamento delle proprie linee guida sull’«aborto sicuro», in cui si chiedeva a tutti i Paesi del mondo l'eliminazione di ogni restrizione legale e politica sull'aborto, incluso l’invito ad abolire o limitare fortemente il diritto umano all’obiezione di coscienza per gli operatori sanitari e medici.
Tra le altre attività elencate nella sezione «aborto» del bilancio dell'HRP vi sono, in particolare, le pressioni sui governi per l'attuazione delle linee guida dell'OMS; la revisione delle strategie per ridurre la stigmatizzazione dell'aborto e gli sforzi per accrescere disponibilità e qualità dei farmaci abortivi. Se l’OMS, che dovrebbe tutelare la salute, agisce invece a comando di lobby ideologiche e case farmaceutiche, entrambe legate a doppio filo a grandi capitalisti e presunti filantropi, com’è possibile darle ascolto?
Dopo gli abusi gravi e le privazioni che abbiamo subìto con l’epidemia da Covid, la richiesta inquietante di pieni poteri da parte della stessa ONU (vedi qui), la promozione massiccia di aborto e ideologia transgender, com’è possibile che ci siano ancora così tanti governi nazionali che finanziano l’OMS?