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UNA SCELTA DI CIVILTA' E L'IPOCRISIA LEGHISTA

attualità davide lovat Mar 27, 2023

Uno dei fronti di discrimine assoluto fra progressisti e conservatori è la famiglia. Io rifiuto di aggiungere l'aggettivo "tradizionale" a famiglia, poiché non c'è che una sola famiglia, quella che la Costituzione definisce "società naturale fondata sul matrimonio" e che esiste prima dello Stato, prima della società stessa, e per questo i suoi diritti non vengono stabiliti dalla Legge, ma vengono riconosciuti (come dice l'art.29 Cost. appena citato) perché innati e connaturati, dunque pregiuridici.

Esistono tante forme di convivenza, tra cui solo quella "more uxorio" non confermata dal matrimonio merita di essere considerata famiglia per quanto concerne la protezione dei diritti dei figli. Tutto il resto è altro e andrebbe regolato di caso in caso, sulla base del diritto contrattuale e delle norme generali del diritto, senza scomodare il diritto di famiglia. Naturalmente la mia è la posizione di un conservatore giusnaturalista, la esprimo con coerenza e consapevolezza, so bene che i progressisti giuspositivisti hanno opinioni opposte alle mie, siamo in democrazia e sarebbe bello che i politici rappresentassero le loro aree di riferimento.

Invece succede che la "Lega per Salvini premier", ex Lega Nord e in Veneto anche ex Liga Veneta, abbia usato largamente la retorica cristiana, con Salvini a esibire il Rosario e a fare riferimenti alla religione in chiave di devozione popolare e tradizione culturale, abbia preso i voti dei conservatori e dei cattolici proprio in chiave antiprogressista, ma poi accade che proprio un esponente di grande spicco come il Presidente della Regione Veneto al terzo mandato, ex Ministro dell'Agricoltura signor Luca Zaia esprima posizioni perfettamente aderenti a quelle del fu Marco Pannella, radicale libertario anticattolico, su ideologia gender e connessa "transizione sessuale", aborto ed eutanasia, definendo i provvedimenti favorevoli al modello progressista come "una questione di civiltà"; e accade che il Sindaco di Treviso, signor Mario Conte, si dichiari ribelle rispetto al divieto governativo di procedere al riconoscimento anagrafico dei figli di persone che vivono una relazione omosessuale come figli "della" relazione omosessuale,  come se si trattasse di una famiglia con figli nati tramite quella relazione che, come si sa, è assurdo e impossibile, dunque giuridicamente inammissibile.

Lo stesso Sindaco di Venezia, signor Luigi Brugnaro, non leghista ma nemmeno progressista, dichiara di aver pure partecipato alle sfilate del Family Day, ma di sentire il bisogno di una legge che gli consenta di approvare queste situazioni come fattispecie giuridiche regolari (Brugnaro non usa il termine "fattispecie giuridica", ma intendeva questo, ndr).

Ora bisogna chiarirsi: se gli elettori di area conservatrice eleggono dei rappresentanti e questi, una volta eletti, fanno comunella con l'area radical-progressista, semplicemente viene meno la democrazia e si palesa la "dittatura del relativismo" denunciata da Joseph Ratzinger nel 2005, pochi giorni prima di diventare Benedetto XVI. Semplicemente l'elettorato viene preso in giro e poi diventa inutile lamentare la diserzione dalle urne sempre maggiore. Certo, servirebbe una nuova proposta elettorale che sostituisca questi traditori nelle preferenze del loro elettorato, ma la gente sarebbe disposta a darle fiducia dopo tanti tradimenti?

Viene da chiedersi cosa accadrebbe se dei politici eletti in maggioranza dal popolo conservatore abrogassero tutte le norme introdotte negli ultimi decenni sull'onda della Rivoluzione Sessuale sessantottina, tutte le norme contrarie alla tradizione dell'etica cristiana, tutte le norme progressiste in temi di bioetica. Sarebbe coerente col mandato ricevuto dagli elettori, ma cosa accadrebbe? Dalla risposta che ciascuno si dà, si può misurare quanto siamo in democrazia o quanto siamo, invece, nel pieno di quella dittatura denunciata dall'ultimo papa con visione profetica.